Immagini tratte da lastre di vetro della natura più diversa a partire da quelle di fotografi di strada per arrivare alla lastre delle Lanterne Magiche passando per quelle stereo di piccolo formato, osservabili con i relativi visori dei primi anni del ‘900. Tutte hanno in comune l’osservazione fugace di uno scorrere lento della vita che avvolge uomini e cose: ritratti di uomini e donne, dalle caste più alte a quelle più in basso nel gradino sociale, mercanti, animali, templi, moschee, uomini in preghiera, cremazioni. È il divenire della vita e della morte, un mondo che visto dall’esterno appare fermo e stabile, immobile per secoli ma contenitore di forze che se evocate esplodono nella loro deflagrate forza, incontrollabili, spesso violente alle quali il dominio coloniale inglese si è dovuto adeguare mezzo secolo dopo l’inizio del ‘900 concedendo l’indipendenza formale ma tenendo per se stesso tutte le prerogative per la gestione di quello che sarebbe stato il potere concesso alle classi medie, allevate alla loro burocrazia, nei loro uffici e più che altro sapendo che la loro dipendenza sarebbe passata inevitabilmente dalla non eliminazione dei concetti di casta e di scale di gradini sociali per i quali persone ancor oggi vengono giudicate ed inquadrate in modo che la loro cultura faccia rappresentare le stesse caste come barriere di classe. Un India misteriosa, sterminata, grande come l’Europa ma che conserva in se tutt’oggi germi che vengono velocemente fuori in maniera talmente contraddittoria e che in parte lasciano intravedere tutti i limiti delle teorie economiche applicate fino ad ora nel Sub Continente, istituite e rette per evocare le possibilità che la facessero uniformare a ciò che i programmi degli anni ’60 di Indira Gandhi declamavano come “Garibi Hatao” (Rivoltiamo la miseria…). La rivoluzione Gandhiana ha permesso di affrancare l’India dal giogo di Albione, quella verde degli anni ’50 è fallita per le resistenze dei capisaldi del sistema capitalistico-feudale che ancora permane, quella rossa stà tentando di imporsi con la ribellione maoista-naxalita puntando sui bisogni della gente strappati dal sistema industriale interno ed esterno basato sul denaro e sulla logica del profitto di gruppo delle corporations. L’India rappresentata dalle immagini di dette lastre stampate su carta di cotone con inchiostro a pigmenti di carbone oppure in baritata se si preferisce, evidenziano un paese ancora lontano da certe pulsioni che seguiranno poi di decenni e decenni, e forse lo spettatore delle immagini si può formare più completamente l’idea di quanto sia difficile e lento il moto progressivo in avanti per un miliardo di uomini. Spesso oltre alle idee che si possiede anche le immagini – osservandole – conducono a comprendere quali siano le difficoltà del cammino per affrancarsi progressivamente dal bisogno.