Il Wat Phou appare quasi all’improvviso all’occhio del visitatore poiché si confonde con il colore marrone scuro della vegetazione. E’ uno di quei luoghi sacri , denso di spiritualità, sicuramente una tappa nella via del Chen-La che portava ad Angkor e posto vicino alla via navigabile del Mekong. Un luogo dove spira un’aria speciale, quella del vento che porta con se le voci dei milioni e milioni dei pellegrini che si sono seduti nei secoli sotto le sue arcate, sotto le ombre dei suoi alberi di frangipane che lo circondavano e che esistono ancora oggi. Uno spettatore silenzioso e maestoso gli passa accanto e fa sembrare quasi che la vita continui a pulsare ed a scorrere come avveniva secoli or sono. È il Mekong che viene osservato dall’alto dal Linga Parvata mentre i fantasmi del Dr. Harmand e di Francis Garnier sembrano rimanere in rispettoso silenzio quando la brezza mattutina dell’alba incontra il disco del sole che si solleva dall’acqua del Siphandon. È poesia , ma non poteva essere che così .